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Chi sono

Gastritico cronico col vizio di mangiare narrativa più o meno contemporanea e pubblicare i peti intellettuali che ne derivano. Scrivo, anche, per le gastriti altrui. Sono corsista in Medicina Generale, e invidio chi inventa storie di mestiere. Appena avrò una foto al rallentatore e con un’esplosione alle spalle, metterò quella.

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Romanzi

Il Giardiniere con i guanti di grafite (2023, GFE edizioni)

Uno scrittore vessato dai sensi di colpa ripercorre i misteriosi e angoscianti fatti che hanno caratterizzato la sua vita. Sognando di poter incantare il mondo con le proprie parole e di potersi trasformare tramite la letteratura in un formidabile seduttore, ha impugnato una matita, vettore di un’oscura maledizione, pronta a ispirarlo e a concretizzare tutte le sue velleità. Creazione dopo creazione, il mezzo trasforma la sua esistenza in un terribile incubo.

Il romanzo è in forma diaristica, e comincia con una scrittura pretestuosamente esuberante, che facilmente scade nell’arcaismo, per poi snellirsi a mano a mano che chi scrive – sia io che il protagonista, a dire il vero – matura come scrittore. 
Non è semplice scrivere del mondo quando ne hai visto così poco. Di fatto, io conosco un po’ il mondo della scrittura, e ancor meno quello della medicina. È questa l’unica ragione per cui il protagonista è un medico annoiato dallo scarso talento scrittorio, prono ad un riflettere triste, circolare, che solo a tratti si apre al realismo del mondo fisico in cui, per forza di cose, l’innominato protagonista vive.
Spero solo non si trasformi in un’autobiografia, da qui a X anni!
Per fortuna che c’era come sempre Giuseppe di Psocoidea al mio fianco. Se non avesse apposto il suo contributo, voi incontrereste di certo molti più spigoli sparsi fra le pagine. A conti fatti, ha lavorato al romanzo tanto quanto me. Questo libro è il primo vero romanzo che ha visto la luce in una casa editrice. È stata una scrittura travagliata, tra università e drammi vari, ma poco importerà al lettore. Ciò che conta è che è nato, e si chiama così. Lo trovate sia su Amazon cliccando sull’immagine, che su ordinazione nelle varie librerie.


Tulipani (2021, self)

Costretto dai genitori a trascorrere un’intera giornata con il nonno, il giovane Federico sbuffa e si deprime. Non gli è mai stato troppo simpatico, quell’anziano e malato parente, sempre così taciturno, triste o distratto. Ma al nonno, quel giorno, va di chiacchierare: vuole raccontare a Federico della sua lontana giovinezza, e per coinvolgerlo è anche disposto a rispolverare memorie intime del suo tumultuoso passato sentimentale. Una donna affascinante, professionista dell’amore, è la destinataria di romantici sospiri di nostalgia. Attraverso quei muffiti e scollacciati ricordi, nonno e nipote confrontano le loro opposte vite, separate da due generazioni, e si riconoscono come esseri umani.
Tulipani è un romanzo breve, un po’ rosa e un po’ nero, ricco di ironia e di malinconiche riflessioni sull’ineluttabilità dei sentimenti.

Questa era la quarta di copertina. Non è il primo romanzo che ho partorito, ma di certo è il primo che ho portato fuori dall’ospedale. Aspé, suona di fogna. Riformulo.

Tulipani non è il mio primo scritto, ma di certo – pur nella sua visibile brevità – ai tempi della pubblicazione era il più pronto a essere letto. Se sei arrivato qui, o mi hai trovato tramite un ad insistente su Facebook, o sei mia madre e hai ceduto al mio MAMMA GUARDA DI NUOVO IL MIO BLOG.

Se non l’hai ancora letto, ti spiego in altre due parole se potrebbe piacere proprio a te o no. Due parole precise eh, il romanzo è talmente corto che se te ne dicessi quattro potrei scrivere una presentazione più lunga del manoscritto.

Tulipani cerca di affrontare tre argomenti: confronto generazionale, inadeguatezza data dall’aspetto fisico, necessità imposta dal mondo di finire fra le lenzuola con qualcuno il prima possibile. Parla di un vecchio nonno ormai costretto alla solitudine, e di un nipotino troppo indietro con gli anni per affrontare certi discorsi, anche se sbrodolati d’ironia spicciola pur di renderglieli digeribili. E parla di una donna, in bilico fra i ricordi di una storia raccontata per rubare il tempo che resta.

Se invece sei qui dopo averlo già letto, beh, grazie. Non sono uno scrittore, solo uno che scrive, quindi il fatto che tu ce l’abbia fatta ad arrivare ai ringraziamenti mi riempie il cuore. Se ne hai il tempo, una recensione su Amazon mi aiuterebbe tantissimo. Altrimenti, fa niente, e in tutti i casi spero mi leggerai ancora. Per non perderti i prossimi libri ti direi di iscriverti alla newsletter, ma tanto tra vita e università pubblico così saltuariamente che fai prima a fare un salto sul blog ogni tanto. O più spesso, se ti interessano le altre sezioni. A presto!

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