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Concetti di editoria: cartella editoriale, font monospazio e caratteri

Molto in breve, una cartella editoriale è la misura standard in editoria per quantificare con precisione la lunghezza stampata di un manoscritto. Si appoggia al concetto dei caratteri, o battute, dove ogni lettera, segno di punteggiatura e caratteri speciali corrispondono ad un carattere. Normalmente vengono contati anche gli spazi, si parla pertanto di caratteri spazi inclusi. La cartella editoriale standard è composta da 60 caratteri spazi inclusi per ogni riga, con 30 righe totali, pertanto 1800 caratteri spazi inclusi. Si parla anche di cartella commerciale quando la pagina è composta da 1500 caratteri (25 righe x60 caratteri)[1] e viene usata per i documenti ufficiali in altri contesti estranei all’editoria.

Per poter essere sicuri che ci sia questo numero di caratteri in questo numero di righe bisogna utilizzare un font monospazio, ossia dove ogni lettera occupa uno spazio uguale alle altre: esempi sono Courier, Courier New, Lucida Sans Typewriter.

Sappiamo tuttavia la lunghezza media di una parola in lingua italiana, quindi è possibile calcolare con relativa certezza il numero di caratteri a partire da quello di parole e viceversa, basta fare parole *6 e ottenere così i caratteri. Occhio che se il testo è molto lungo, ci sarà un bel po’ di punteggiatura, e il valore si sballa, ma è solo per avere un’idea.

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Perché esistono le cartelle editoriali?

La cartella editoriale deriva dall’uso prettamente giornalistico della macchina da scrivere, dove i margini erano impostati 10-70 da sx a dx, e il font utilizzato era proprio Courier.

Il motivo principale per cui tutt’oggi è ancora utilizzata è, com’è logico, fare ordine: ogni scrittore o aspirante tale utilizza il formato che gli è più congeniale, ma una tipografia deve avere un formato standard per capire come lavorare, e allo stesso modo professionisti come gli editor o i correttori di bozze devono sapere “quanto” lavoro c’è da fare per poter applicare le tariffe ad un’unità standardizzata, non a caso si parla di costo €/cartella.

Sulla stessa onda sono i concorsi letterari, la cartella editoriale consente di definire misure precise e non fraintendibili.

Perché fanno schifo agli aspiranti scrittori?

Perché siamo pigri, e nessuno ha voglia di mettersi lì a smanettare con word, né di essere “catalogato” per cartelle. Spesso la quantità di cartelle richiesta o imposta viene vissuta male, come un morso in bocca alla creatività. Purtroppo però il mercato ha delle regole, c’è un numero di cartelle medio associato ai libri maggiormente venduti, ai professionisti servono le cartelle totali per dirti quanti soldi devi loro, e senza formato standard in tipografia ti manderebbero a quel paese tirandoti forbici a punta arrotondata. Pertanto, gambe in spalla, che ci si mette cinque minuti a fare il calcolo.

Simulare una cartella editoriale

Ora, c’è da dire che la sbobba seguente è solo nel caso in cui ti venisse la malata idea di impostare in cartelle editoriali il tuo scritto, ma in realtà non ti servirà a nulla: per sapere da quante cartelle è composto il capolavoro che hai fra i tasti ti basta dividere i caratteri totali spazi inclusi per quelli presenti in una cartella (1800), ottenendo così il numero di cartelle complessivo senza ulteriori sbattimenti.

Ad esempio, hai scritto un romanzo con 346.000 caratteri spazi inclusi: 346.000/1800 = 192 cartelle. Ma se proprio vuoi vedere come viene una cartella, prosegui pure.

È meglio evitare di scaricare modelli preimpostati, perché quasi di certo hai già scritto qualcosa, e andare a copiare e incollare la tua roba all’interno di un modello già pronto potrebbe comportare l’importazione della tua formattazione, interlinea e via dicendo. In ogni caso, ci metti tre minuti a impostare la cartella editoriale direttamente sul tuo manoscritto, a prescindere dal programma di scrittura usato.

Su Word

  1. Layout di paginaDimensioni ( o Formato → Pagina) e imposta l’A4, se sei così pazzerello da non averlo già in queste dimensioni;
  2. Layout di pagina Margini. Metti, in margini personalizzati, superiore e inferiore 3 cm, dx e sx 2.4 cm;
  3. Imposta come carattere Courier, Courier New, o Lucida Sans Typewriter con grandezza 12 punti, giustificato e sillabato;
  4. In Paragrafo, tramite la freccetta o ParagrafoFormato, seleziona l’allineamento Giustificato, Interlinea esatta di 22 punti e spunta la casella “Non aggiungere spazio fra i paragrafi dello stesso stile“.

Ecco la cartella editoriale su Word.

Su Pages

  1. Nel menu a destra vai su Documento e imposta A4 sotto “Stampante e dimensioni pagina“, poco sotto imposta i margini superiore e inferiore 3 cm, dx e sx 2.4 cm;
  2. Spostati in Formattazione e metti carattere Courier grandezza 12, giustificato e con sillabazione;
  3. Sempre in Formattazione, vai su Spaziatura e subito sotto seleziona Esatta dal menu a tendina, impostando 22 punti (prima e dopo il paragrafo devono avere entrambi valore 0).

Ecco fatto anche su Pages.

Su LibreOffice

È un po’ da folli utilizzare un software come questo per scrivere, ma a ognuno il suo: ecco come fare nella versione numero 5.

  1. StrumentiOpzioni, estendere LibreOffice Writer, selezionare Generali e sotto Impostazioni troverai Unità di misura, imposta il centimetro.
  2. In FormatoPagina controlla di stare usando un foglio A4, e il processo per i margini è lo stesso di Word con superiore e inferiore 3 cm, dx e sx 2.4 cm;
  3. Seleziona un Courier 12 punti come carattere, sillabazione attiva;
  4. In FormatoParagrafo spuntare “Non aggiungere spazio fra i paragrafi dello stesso stile“, e imposta Interlinea fisso a 0,78 cm (sono i nostri 22 punti, ecco perché abbiamo messo cm come unità di misurazione, prima), poi poco più in basso seleziona Allineamento giustificato.

Se vivi nelle caverne

Nel caso tu stia utilizzando un programma di gestione del testo che non rientra fra i precedenti, ed è estremamente improbabile, puoi comunque ricavarti da solo la cartella editoriale a prescindere dal software utilizzato.

  1. Imposta Courier o Courier New, corpo 12;
  2. Scrivi la lettera A 60 volte, proprio la lettera A così sembra che qualcuno stia urlando e fa ridere;
  3. Vai nei margini del tuo programma e impostali in modo che ci siano esattamente le tue 60 A in una singola riga;
  4. Copia e incolla il tuo AAAAAAAAAAA altre 29 volte e smanetta coi margini superiore e inferiore in modo che l’urlo si fermi lì e tu non possa aggiungere altro;
  5. Ovunque siano nel tuo software, attiva il giustificato e la sillabazione con interlinea 22.
  6. Cancella tutto e scarica almeno LibreOffice, se proprio non puoi usare Word, perché probabile tu possa avere problemi in fase di esportazione, o di compatibilità con altri programmi quando invierai il testo in giro: usa qualcosa che ha gran parte della gente, fai prima (è pure gratis).

Ed ecco la tua cartella editoriale anche se vivi nella preistoria.

Le case editrici sono contente se ricevono testi formattati così?

Questa è una domanda che ho visto porre su Facebook nei gruppi di aspiranti scrittori, dove bazzicano anche collaboratori o addirittura gestori di piccole case editrici. Fino ad ora non ho visto una singola persona lodare gli scrittori che mandano il proprio manoscritto formattato come cartelle editoriali, anzi. Gabbia del libro, font e via dicendo saranno stabiliti dalla sezione dedicata alla stampa della casa editrice, quindi fidati che se mandi il testo formattato come abbiamo visto sopra, qualcuno, da qualche parte, sbufferà scocciato reimpostando poco dopo dei margini normali. Più che formattare il testo in questo modo, assicurati invece di aver curato tutti gli altri aspetti dello stesso, che della conversione in cartelle si preoccuperà chi di dovere.

Bibliografia

→ [1] https://web.archive.org/web/20140420184007/http://www.piccoligiornalisti.it/glossario.htm
https://www.sfwa.org/2005/01/04/what-is-a-word/
→ https://web.archive.org/web/20090417072033/http://www.sfwa.org/writing/wordcountredux.htm
→ L’UNIVERSITà DELLA V1TA

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